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Author Archive Dott.ssa Cinzia Foresto

GIOCARE COI BAMBINI “CONNETTE” I NOSTRI CERVELLI

Quando adulti e bambini giocano insieme, la loro attività cerebrale si sincronizza!

Lo studio, condotto dall’Università di Princeton, dimostra che mentre giocano e comunicano, grandi e piccoli, formano un ciclo di feeedback in cui gli adulti prevedono le reazioni dei piccoli e i bambini anticipano alcuni gesti degli adulti…quindi i loro cervelli si influenzano a vicenda.

 

CORSETTA O CAFFETTINO??

Lo sapevate che un’attività fisica breve ma intensa avrebbe gli stessi effetti di una tazza di caffè sulla memoria e sulla capacità di concentrazione?

Nel laboratorio Exercise and Health Psychology di un’università canadese, si è scoperto che anche 20 minuti di corsa su un tapis roulant hanno un effetto sulla nostra memoria di lavoro e sulla concentrazione. Non solo, l’esercizio fisico aiuterebbe anche a calmare i sintomi dell’astinenza da caffeina.

RIPRENDIAMO CONTATTO CON LA NATURA!!

Col tempo il nostro stile di vita è cambiato, ci muoviamo meno di prima e passiamo molte ore della giornata davanti a uno schermo tra computer, tablet, smartphone e tv. Di conseguenza anche la nostra interazione con la natura è cambiata: campi e foreste sono spariti dalla realtà in cui viviamo e gli incontri con diversità animali e vegetali sono molto rari.

Tuttavia aumentano gli studi che dimostrano che la vista di un paesaggio naturale, persino in fotografia o dalla finestra, suscita un immediato stato di benessere. La relazione con l’ambiente naturale infatti porta a una diminuzione dello stress, attenua la depressione, migliora l’autostima e accresce il senso di felicità. Ma vi dirò di più…questi benefici non si limitano al benessere, il contatto con la natura favorisce anche le funzioni cognitive (concentrazione ed apprendimento) riducendo la stanchezza ed aumentando la capacità di attenzione. E i benefici sono anche sociali: i luoghi naturali infatti favoriscono la calma, l’autocontrollo e riducono il senso di frustrazione e collera, contribuendo allo sviluppo di comportamenti prosociali e ad un’atmosfera di cooperazione.

COME MAI NON RICORDIAMO QUASI NULLA DELLA NOSTRA VITA PRIMA DEI 3 ANNI??

“Che ricordi hai prima dei 3 anni?”…chi di noi riuscirebbe a rispondere a questa domanda?? Se non sono avvenuti fatti traumatici gravi difficilmente saprai rispondere; o se ti sembra di ricordare probabilmente è un’immagine che ti sei costruito nel tempo a partire dai racconti di chi ti ricorda piccolino o da qualche foto.

Come mai accade ciò?? Tra i 3 e i 4 anni si sviluppano, oltre al linguaggio e al cervello, anche gli schemi cognitivi, cioè la concezione di tempo, del luogo e delle abitudini. I bambini così iniziano a imparare la regolarità del loro mondo. Questo è un momento importante per la memoria autobiografica, poichè soltanto quando abbiamo un’immagine della struttura fondamentale della vita quotidiana possiamo delimitare eventi specifici di vita. Per questo motivo non si hanno ricordi prima dei 3 anni.

Ma ci sono differenze culturali (gli asiatici raccontano le prime esperienze d’infanzia più tardi degli europei, mentre i Maori hanno ricordi molto precoci), oltre che soggettive nei ricordi, e questo si può spiegare attraverso uno studio che dimostra che se la madre aveva parlato al figlio, a 2-3 anni, in modo dettagliato delle cose passate, il suo ricordo aveva messo radici indipendentemente dalla capacità verbale di allora del bambino. Porre ai bambini domande aperte è quindi molto importante per lo sviluppo di una memoria autobiografica…i genitori che a letto la sera ripercorrono la giornata fanno esercizio per strutturare le cose vissute dal punto di vista temporale, di luoghi  e di cause, allenando così strutture della memoria fondamentali per la rievocazione nei loro bambini!

 

 

TUTTI “PAZZI PER LE FOTO”

 

 

In tutto il mondo si scattano oltre 40.000 fotografie al secondo…e noi come siamo cambiati in funzione di questo?

Proviamo a rifletterci insieme…

Lo sguardo nel mirino può distoglierci da qualcosa, come se fosse un filtro che teniamo tra il mondo e noi e questo può rovinare la nostra gioia del momento.

Nella vita reale infatti abbiamo più possibilità: fotografare una situazione, limitarci ad osservare quella situazione o partecipare attivamente. Secondo voi qual è la situazione che ci rende più felici?

Un gruppo di scienziati ha risposto a questa domanda facendo uno studio da cui è emerso che la presenza attiva è ciò che ci rende più felici quando ci troviamo con una macchina fotografica o uno smartphone in mano.

Inoltre sembra che la nostra percezione positiva o negativa della fotografia dipenda da chi è il destinatario:  infatti quando prevediamo di mostrare in pubblico le nostre immagini, su facebook o instagram, il piacere di fotografare si può rovinare del tutto; diversamente da quando condividiamo la nostra fotografia solo con noi stessi o con i nostri cari.

Probabilmente molti di noi scattano foto soprattutto perchè vogliono conservare il ricordo di un bel momento; se osserviamo un’immagine infatti nella nostra mente torna in vita tutta la scena. Ma ci sono molte foto scattate che rimangono negli hard disk e non le vediamo più e questo può favorire deficit di memoria, poichè l’atto stesso di fotografare richiede più attenzione rendendoci più difficile archiviare i ricordi.

Inoltre, avete mai pensato al fatto che solitamente si fotografano i momenti felici della propria vita? Ma se guardaste a un passato pieno di momenti felici, come giudichereste il vostro presente? Rischierebbe di apparire davvero triste…

Queste riflessioni ci aiutino ad essere più consapevoli di ciò che stiamo facendo quando ci troveremo nuovamente col cellulare in mano per scattare un’altra foto

Cambio sede studio

Si avvisano tutti i clienti che DAL 1 FEBBRAIO 2020 lo studio si sposta in VIA TRIPOLI 62 a Torino.

Inaugurazione nuovo STUDIO TANGRAM

Il 9 Marzo scorso, insieme all’amica e collega  Cristina Ariano, ho inaugurato il nostro nuovo Studio Tangram, centro di neuropsicologia e psicoterapia dell’età evolutiva a Caluso (To). Con l’occasione si offrono due serate gratuite per i genitori:

  • 27 Marzo 2019 ore 20  Difficoltà scolastiche: manuale per l’uso!
  • 10 Aprile 2019 ore 20 Bambini e tecnologia…che fare?

I posti sono limitati e prenotabili tramite whatsapp…affrettatevi, venite a conoscere il nostro nuovo Studio Tangram e i tanti servizi offerti!

AIUTAMI A STARE ATTENTO 2019

E’ con grande piacere che vi annuncio la ripresa del nostro incontro per genitori che tanto successo ha avuto nel 2018… AIUTAMI A STARE ATTENTO!!!

Iniziativa promossa da Multicodex e Casa del quartiere vallette

Una serata teorico-pratica  rivolta ai genitori durante la quale si rifletterà insieme su come incentivare l’attenzione, l’autoregolazione e la consapevolezza nei vostri bambini/ragazzi.

Ma la vera NOVITA’ di quest’anno è l’introduzione di un laboratorio esperienziale genitore-bambino in cui sperimenteremo nuovi strumenti fruibili nella vita quotidiana attraverso giochi ed attività.

Queste iniziative nascono dall’idea e dall’esperienza pluriennale di tre professioniste che da anni lavorano coi bambini:

  • Dott.ssa Cinzia Foresto, Psicologa Psicoterapeuta
  • Grazia Roncaglia, insegnante di scuola primaria
  • Dot.ssa Mara Novajra, Logopedista

Aiutami a stare attento

E’ con grande piacere che vi presento la TERZA E ULTIMA EDIZIONE DEL 2018 di AIUTAMI A STARE ATTENTO!!!

Iniziativa promossa da Multicodex e Casa del quartiere vallette

Una serata teorico-pratica  rivolta ai genitori durante la quale si rifletterà insieme su come incentivare l’attenzione, l’autoregolazione e la consapevolezza nei vostri bambini/ragazzi.

Questa iniziativa nasce dall’idea e dall’esperienza pluriennale di tre professioniste che da anni lavorano coi bambini:

  • Dott.ssa Cinzia Foresto, Psicologa Psicoterapeuta
  • Grazia Roncaglia, insegnante di scuola primaria
  • Dot.ssa Mara Novajra, Logopedista

Per informazioni e  prenotazioni chiamare la segreteria  allo 011.368573….AFFRETTATEVI, ULTIMI POSTI DISPONIBILI!!!

FUNZIONI ESECUTIVE: cosa sono e come si riabilitano

Si sente spesso parlare di funzioni esecutive…ma molti si chiederanno: cosa si intende con questa definizione?? Le funzioni esecutive sono un insieme di processi psicologici coinvolti nel controllo volontario di pensieri ed azioni. In termini neuropsicologici, le funzioni esecutive sono un modulo della mente che regola i processi di pianificazione, controllo e coordinazione del sistema cognitivo e che governa l’attivazione e la modulazione di schemi e processi. Le funzioni esecutive vengono coinvolte ad esempio nell’apprendimento di nuove azioni, nelle azioni difficili e pericolose, nelle azioni in cui è necessario correggere gli errori, in azioni che implicano pianificazione e processi decisionali, nelle azioni in cui bisogna superare forti risposte abituali, nelle attività in cui è necessario un costante monitoraggio del proprio comportamento, etc… Sono funzioni esecutive:

  • INIBIZIONE: efficienza nel focalizzare l’attenzione su dati rilevanti ignorando i distrattori e inibendo risposte motorie ed emotive non adeguate o impulsive rispetto agli stimoli

  • FLESSIBILITA: capacità di passare da un set di stimoli ad un altro in base alle informazioni provenienti dal contesto

  • PIANIFICAZIONE: capacità di formulare un piano generale ed organizzare le azioni una sequenza gerarchica delle mete

  • MEMORIA DI LAVORO: capacità di attivare e mantenere attivo a livello mentale , il piano e l’area di lavoro, di avere un set di riferimento mentale sul quale operare mentalmente

  • ATTENZIONE: capacità attentiva su più stimoli, capacità di spostamento rapida da uno stimolo ad un altro differente, attenzione prolungata su un compito per un sufficiente periodo di tempo

  • FLUENZA: capacità di pensiero divergente e abilità di generare soluzioni nuove e diverse rispetto ad un problema

Tutte le funzioni esecutive possono essere riabilitate e potenziate attraverso training specifici per ogni individuo. La riabilitazione neuropsicologica delle funzioni esecutive è un momento specifico, capace di facilitare il processo di adattamento del bambino all’ambiente, determinando un aumento dell’influenza dell’esperienza come elemento di maturazione. Lo scopo è quello di fornire, in un ambiente rassicurante, il rafforzamento e/o l’introduzione di abilità che non si sono sviluppate o automatizzate spontaneamente. Il bambino viene aiutato a ripercorrere le tappe dello sviluppo cognitivo attraverso strategie adatte alla risoluzione delle difficoltà, con l’obiettivo di un adattamento alle esigenze dell’ambiente e dell’attivazione di processi metacognitivi che gli consentono di essere consapevole di ciò che sta imparando. Il bambino fa esperienze che lo aiutano ad acquisire conoscenze e competenze ma soprattutto strategie operative spendibili quotidianamente nel proprio ambiente di vita. Per questo motivo la riabilitazione di alcune funzioni esecutive carenti ad esempio è molto utile laddove vi sia un deficit di attenzione e/o iperattività,  difficoltà nella comprensione dei testi, un disturbo oppositivo provocatorio e disturbi dell’apprendimento. Questo tipo di riabilitazione inoltre migliora le prestazioni sportive ed i tempi attentivi.

Per chiunque fosse interessato e desiderasse maggiori informazioni su come funziona un training neuropsicologico e quale utilità può avere una riabilitazione di questo tipo, oltre che per conoscere modalità e tempistiche dei prossimi training in partenza, non esitate a contattarmi

www.psicologotorinoforesto.it    

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